Per costruire la Villa si fecero degli enormi sbancamenti nel banco
tufaceo, procurando nel contempo tufo e pozzolana, i materiali di base per
la costruzione.
Villa Adriana, inoltre, disponeva di una vasta a ramificata rete di percorsi sotterranei, destinati agli schiavi, che servivano gli impianti di riscaldamento degli edifici termali, oppure permettevano di passare senza essere visti da un edificio all'altro. Vi era poi una grande via carrabile sotterranea, della lunghezza di oltre 4 chilometri, scavata nel banco tufaceo ed illuminata da aperture nella volta (oculi) detta Grande Trapezio (n. 34). Nell'Historia Augusta si narra che l'imperatore Adriano volle riprodurre nella sua Villa di Tivoli i più celebri luoghi dell'antichità, soprattutto della Grecia, come l'Accademia, il Liceo, e gli Inferi. Tutti coloro che hanno studiato la Villa hanno cercato di far corrispondere ciò che rinvenivano con quegli antichi monumenti, il che ha portato alla nascita di nomi di fantasia, che in gran parte risalgono ai codici cinquecenteschi di Pirro Ligorio, ma vengono usati ancor oggi, pur se privi di significato (si pensi a 'Teatro Marittimo'). Per esigenze di chiarezza questi nomi tradizionali vengono qui mantenuti. ![]() ![]() |