©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
Parte 1 - Planimetrie della Villa
Sembra impossibile, ma a più di cinquecento anni dalla sua riscoperta a Villa Adriana vi è ancora molto da studiare e da scoprire. Oggi le moderne tecnologie digitali – Total Station, Laser Scanner, Geo-radar, Lidar – le foto aeree con i droni e quelle satellitari, permettono di raccogliere una quantità enorme di dati in tempi assai più brevi e con costi molto inferiori [FIG. 1]
Fig. 1 - Il Teatro Marittimo
Tuttavia va ricordato che per mettere a frutto quei dati ancor oggi è necessaria una mente umana pensante, non bastano gli algoritmi. Bisogna inoltre lavorare in modo multidisciplinare, mettendo insieme archeologi, architetti, storici dell’arte, ingegneri, topografi, speleologi, geologi e così via.
La bibliografia sulla Villa è sterminata, ma non è mai stato realizzato un data-base GIS che raccolga e permetta di gestire tutte le informazioni esistenti sulla Villa – una mole enorme di dati non sempre accessibili agli studiosi.
1a - Piante generali complete
La leggendaria pianta generale di villa Adriana disegnata da Pirro Ligorio a metà Cinquecento e da lui più volte citata nei suoi Codici, non fu mai completata [vedi De Franceschini 2016].
La più antica pianta generale è quindi quella disegnata da Francesco Contini su incarico del cardinal Francesco Barberini, suddivisa in dieci tavole e pubblicata nel 1668 [Contini 1668].
Per primo Contini disegna anche alcuni dei percorsi sotterranei della Villa, ma solo quelli che aveva potuto esplorare di persona.
Nelle didascalie fornisce la prima descrizione sistematica e razionale della Villa: le diverse aree e gli edifici sono contrassegni con sigle e numeri cui fanno riscontro spiegazioni nel testo.
La pianta riporta i nomi dei proprietari dei vari appezzamenti di terreno e cita alcuni scavi e rinvenimenti importanti dell’epoca [De Franceschini 2016].
La pianta di Contini venne ripubblicata nel 1651 con qualche variante da Athanasius Kircher [Kircher 1671] e poi ristampata nel 1751 [Contini 1751] senza però pubblicare i nomi dei proprietari che dopo un secolo circa erano sicuramente cambiati.
Nel Settecento vi è poi la pianta generale disegnata da Giovan Battista Piranesi e pubblicata postuma da suo figlio Francesco nel 1781 [Piranesi 1781] [FIG. 2]. Ancor oggi è la più importante fonte di informazioni sui proprietari, gli scavi ed i rinvenimenti dell’epoca.
Fig. 2 - Giovan Battista Piranesi
Gli edifici hanno un nome, alcuni ambienti sono numerati e le didascalie forniscono spiegazioni e informazioni per ognuno di essi.
Soprattutto è la prima pianta antica che distingua i muri esistenti e visibili, campiti in nero, da quelli ipotetici (o ricostruiti per simmetria), lasciati in bianco.
Vengono anche indicati alcuni dei percorsi sotterranei.
Esiste inoltre un disegno preparatorio della pianta, conservato a Napoli nella Certosa di San Martino [Hidalgo 2006 e 2006b]. Anche in quel disegno si vedono alcuni dei percorsi sotterranei della Villa.
In quello stesso periodo venne pubblicata la pianta delle proprietà del conte Fede a Villa Adriana, che mostra una buona parte della sua area. Fu disegnata da Ristori Gabbrielli [Ristori Gabbrielli 1770] [FIG. 3], ma le piante degli edifici sono molto schematiche e poco precise.
La pianta tuttavia è importante per stabilire a chi appartenessero in quell’epoca i vari appezzamenti di terreno in cui la Villa era stata suddivisa nel corso dei secoli, poiché ne elenca i nomi.
Fig. 3 - Pianta delle proprietà Fede
di Ristori e Gabbrielli
A metà Ottocento Luigi Canina disegnò una sua pianta generale della Villa [Canina 1856], corredata da piante parziali dei singoli edifici e disegni ricostruttivi della Villa.
Nel 1906 venne pubblicata una nuova pianta generale redatta dalla Scuola degli Ingegneri a cura di Vincenzo Reina [Reina 1906]. Purtroppo fu disegnata in scala molto ridotta e non comprende le aree della Villa ancora in proprietà privata come l’Accademia. Le piante non sono molto accurate, ma sono indicate le curve di livello e le quote dei singoli edifici.
Nel 1982 Eugenia Salza Prina Ricotti pubblicò la prima pianta generale “moderna“ della Villa [Salza Prina Ricotti 1982]. Si basa su quella di Piranesi, e la integra con i suoi rilievi moderni fatti con il Teodolite. È la prima moderna documentazione dello stato reale delle rovine, sia pure con qualche imprecisione, alcune derivate da Piranesi.
Negli anni 1985-1997 gli architetti americani Robert Mangurian e Mary-Ann Ray crearono il loro Atelier Italia, un progetto che per la prima volta rilevò l’intera Villa Adriana con le moderne tecnologie della Total Station [FIG. 4]. Il rilievo purtroppo è rimasto inedito, ma la loro documentazione è straordinaria, con moltissimi disegni e fotografie. Mi hanno generosamente messo a disposizione parte della loro documentazione per i miei studi sull’Accademia.
Fig. 4 - Atelier Italia di Robert Mangurian e Mary-An Ray
Nel 2006 venne pubblicata la Pianta del Centenario [Centenario 2006] che è una riedizione in piccola scala della Pianta degli Ingegneri di Reina, ne ripete alcune imprecisioni; ancora una volta non include le aree della Villa in proprietà privata come l’Accademia. Vedi anche Sgalambro [2010,a e 2010,b].
Nel 2007 l’architetto Pier Federico Caliari del Politecnico di Milano fondò l’Accademia Adrianea istituendo il Premio Piranesi, pubblicando una pianta generale che è un compendio delle piante precedenti [Sito web].
Nel 2015 l’architetto americano Michael Ytterberg disegnò una nuova pianta generale della Villa, in parte ricostruita, con molti dettagli e curve di livello. Gentilmente mi ha concesso di adoperarla in questo sito web e nel mio ultimo libro [De Franceschini 2016].
Nei prossimi anni si concluderà uno straordinario progetto dell’Università di Roma “La Sapienza”, curato dal professor Paolo Carafa e da Fabio Giorgio Cavallero e finanziato dalla Regione Lazio. Si tratta del rilievo completo di tutta la Villa Adriana, anche delle parti ancora in proprietà privata.
È stato eseguito con Total Station, Laser Scanner e droni, e finalmente produrrà la prima vera pianta generale completa della Villa Adriana, ad altissima precisione, geo-riferita, collegata ad un data base in cui verranno riversate tutte le informazioni concernenti la Villa.
È la realizzazione del sogno di tutti coloro che hanno studiato la Villa.
1b - Piante di singoli edifici
La maggior parte delle pubblicazioni sono monografie o articoli dedicati a singoli edifici; come notava Packer [Packer 1998] le piante degli stessi edifici variano nei diversi testi da lui presi in esame: De Franceschini 1991, Guidobaldi 1994 e MacDonald-Pinto 1995 e 1997.
Il primo a pubblicare una serie di piante dei singoli edifici della Villa è Herman Winnefeld [Winnefeld 1895] seguito da Pierre Gusman [Gusman 1904]. Importantissimi la lavori di Giuseppe Lugli, che per primo analizza le diverse tecniche costruttive nella Villa [Lugli 1927, 1932 e 1940]. Altre piante si trovano nelle monografie di Heinz Kähler [1950], Friedrik Rakob [1967], Fulvio Giuliani [1975], Patrizia Verduchi [1975], Hoffmann [1980], Ueblacker [1985], Mari-Reggiani-Righi [2001] e Righi [2001].
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