©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
ARCHEOASTRONOMIA
TEORIA E PRATICA
Che cos’è l’Archeoastronomia?
L’archeoastronomia è una «giovane» scienza multidisciplinare che studia l’orientamento astronomico degli edifici antichi nei quali si verificano speciali fenomeni luminosi in determinate date-chiave. Le illuminazioni vengono chiamate ierofanie, cioè apparizioni sacre.
Particolarmente suggestiva l’illuminazione che si vede ancor oggi nel Tempio di Abu Simbel (in Egitto): i raggi del Sole entrano nel corridoio centrale e illuminano le statue delle divinità che si trovano in fondo ad esso.
Ciò avviene soltanto due volte all’anno, il 21 febbraio e il 21 ottobre, date che corrispondevano al giorno di nascita e di ascesa al trono del suo costruttore, il faraone Ramesse II.
Abu Simbel, Egitto. Il Sole entra nel corridoio centrale solo due volte all'anno,
il 21 febbraio e il 21 ottobre e illumina tre delle quattro statue sedute
Il complesso preistorico di Stonehenge (in Inghilterra) è uno dei siti più famosi; è orientato in modo che all’alba del Solstizio estivo il Sole sorge fra due monoiti.
Un altro esempio si trova a Chichen Itzà (in Messico), dove nei giorni degli Equinozi un “serpente di luce” compare lungo i gradoni della piramide di El Castillo, che simboleggia il dio-serpente Quetzalcoatl.
Stonehenge, Inghilterra. Il Sole sorge fra due monoliti al Solstizio estivo
Qual era lo scopo di queste illuminazioni?
Servivano a misurare lo scorrere del Tempo. Quando gli uomini preistorici – cacciatori e raccoglitori seminomadi – divennero stanziali, dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento, iniziarono a misurare il Tempo per poter prevedere il ciclo delle Stagioni, stabilendo le date opportune per la semina e il raccolto. Da esse dipendeva la sopravvivenza del gruppo.
A tale funzione eminentemente pratica si sovrappose una valenza sacra e simbolica, dato che già in epoca preistorica dovettero esistere rituali magico-religiosi per propiziare un buon raccolto, scongiurare carestie e calamità naturali.
Il modo più semplice per misurare il Tempo è sempre stato osservare il moto apparente del Sole.
D’estate le giornate erano più lunghe ed il Sole tramontava nel punto estremo ovest del suo percorso, oltre al quale non andava.
Quindi se un edificio era orientato in modo che i raggi del Sole vi entrassero solo al tramonto o all’alba del Solstizio estivo (21 giugno) o di quello invernale (21 dicembre), quando i raggi vi entravano di nuovo voleva dire che era passato esattamente un anno, e quello era il giorno giusto e la data giusta. Serviva come indicatore calendariale.
L’illuminazione serviva a controllare la precisione del Calendario per scopi agricoli ma anche per celebrare nei giorni giusti i rituali e sacrifici volti a ingraziarsi la divinità, che da sempre è stata identificata con il Sole che assieme all’acqua è fonte di Vita.