Untitled 1
VILLA ADRIANA di MARINA DE FRANCESCHINI

I MERAVIGLIOSI BRONZI DELLE NAVI DI NEMI (ROMA)

Nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo a Roma sono conservate le meravigliose teste in bronzo dorato che appartenevano alle navi romane di Nemi. Raffigurano belve feroci, una Medusa, mani, e vi sono molte altre preziose suppellettili.

I relitti recuperati hanno permesso di comprendere a fondo le tecniche costruttive navali romane. Le navi erano realizzate legno di pino, di abete e di quercia e per erano rivestite da un tessuto imbevuto di pece che le rendeva impermeabili, e sopra vi erano inchiodati fogli in piombo. Anche le ancore erano in legno, con pesi di piombo.

Il lago di Nemi si trova a sud-est di Roma nella zona dei Colli Albani ed era sede di un antichissimo santuario di epoca pre-romana, poi dedicato alla dea Diana Aricina o Diana Nemorense.
Durante lo scavo si trovarono due navi: una era la nave-palazzo dell'imperatore Caligola, l'altra doveva essere una nave cerimoniale dedicata al culto della dea Diana, alla quale l'imperatore era devoto.

Fin dal Quattrocento si sapeva che sul fondo del lago vi erano i relitti di navi romane, perché ogni tanto i pescatori trovavano oggetti preziosi impigliati nelle reti.
Su incarico del cardinal Prospero Colonna, il grande architetto rinascimentale Leon Battista Alberti provò a recuperare i relitti con un sistema di ganci e piattaforme galleggiati e l'aiuto di abili nuotatori genovesi. L'impresa fallì, ma si rinvennero alcune fistole col nome di Caligola che permisero di attribuirgli le navi.

A fine Ottocento i palombari raggiunsero il relitto recuperando un timone con una bellissima testa di leone in bronzo dorato e a lungo si studiò come recuperare le navi. Nel 1927, abbandonando il progetto troppo rischioso di sollevarle con dei galleggianti, si decise di abbassare il livello del lago di oltre venti metri, scaricando le acque attraverso l'antico emissario (che tuttora si può visitare).

Se ne incaricò Guido Ucelli che costituì un Comitato Industriale per lo scoprimento delle Navi Nemorensi: fornì le turbine e si accordò col Governo e il Genio Civile di Roma per i lavori. Il 20 ottobre 1928 Mussolini avviò lo svuotamento del lago.

Ci vollero cinque anni per completare l'impresa, che per fortuna usò metodi scientifici e stratigrafici, ed è documentata da relazioni di scavo e filmati dell'archivio Luce. Si decise di costruire un Museo apposito, progettato dall'architetto Vittorio Morpurgo.

Alla fine della Seconda guerra mondiale purtroppo le navi andarono distrutte da un incendio a causa di un bombardamento alleato. I bronzi si salvarono perché erano stati portati a Roma all'inizio della guerra.


Villa Adriana - Progetto Accademia
©2023-24 Marina De Franceschini
www.rirella-editrice.com

e-Mail: rirella.editrice@gmail.com
VILLA ADRIANA di Marina De Franceschini

Home  |   Privacy  |  Cookies  | nPress Admin


ennegitech web e social marketing
Sviluppato da E-TECH su nPress 2404