VILLA ADRIANA - I CENTAURI DELL’ACCADEMIA
VILLA ADRIANA - I CENTAURI DELL’ACCADEMIA
Nel 1736 monsignor Giuseppe Alessandro Furietti da Bergamo fece uno uno degli scavi più fortunati della sua epoca. Acquistò da Simplicio Bulgarini, proprietario del sito, il permesso di scavare nell’Accademia di Villa Adriana per soli 500 scudi, un prezzo molto contenuto.
Iniziò esplorando il Belvedere dell’Accademia, il grande padiglione monumentale d’ingresso che la collegava con Roccabruna. Dopo pochi giorni scoprì due meravigliose sculture raffiguranti il Centauro Vecchio e il Centauro Giovane, spezzate in più frammenti.
Li fece restaurare reintegrando le parti mancanti come si usava nel Settecento e li mise in mostra nella sua residenza romana di Montecitorio, dove i visitatori di ogni parte del mondo venivano ad ammirarli.
Papa Benedetto XIV cercò invano di acquistarli; alla morte di Furietti papa Clemente XIII proibì ai suoi eredi di esportarli a Bergamo e li acquistò per ben 13.000 scudi. L’investimento iniziale fu quindi abbondantemente ripagato.
I due Centauri sono in prezioso marmo bigio morato che imita il bronzo, e cosa assai rara hanno i nomi degli scultori, Aristeas e Papias di Afrodisia (Turchia). La lavorazione è raffinatissima nella resa dei dettagli. Afrodisia da secoli era sede della più grande scuola di scultura dell’antichità e nel suo Museo archeologico sono esposte opere magnifiche.
In origine i Centauri erano cavalcati da un Amorino che simboleggia la forza dell'Amore. Il Centauro vecchio ha un'espressione sofferente per le pene d'amore ed ha le mani legate dietro la schiena. Il Centauro giovane invece è trionfante sull’Amore, perché nel pieno della vitalità. Esistono altre repliche di queste sculture nel Museo del Louvre, nei Musei Vaticani e nella Galleria Doria Pamphilij di Roma.
I due Centauri facevano parte del corteo dionisiaco, e infatti nell'Accademia si sono trovati anche un Fauno ed un Dioniso fanciullo, entrambi in marmo rosso antico. Confermano che l'Accademia era un'area sacra, l’Acropoli della Villa, consacrata al culto di Iside e Dioniso /Osiride, come abbiamo scoperto grazie ai nostri studi di Archeoastronomia pubblicati nel volume «Villa Adriana. Architettura Celeste. I Segreti dei Solstizi».