L'Accademia di Villa Adriana si trova ancor oggi in proprietà privata e non è mai stata aperta al pubblico. L'ambiente più importante è il Tempio di Apollo: una grandiosa sala circolare di 13m di diametro, un tempo coperta da una cupola. Rimane in piedi poco più di metà dell'edificio, i resto è crollato in epoca remota.
Il piano inferiore era suddiviso in venti pannelli; in otto di essi si aprono delle porte, gli altri sono incorniciati da semicolonne in laterizio. Il tutto era rivestito di intonaco affrescato con pannelli bianchi e rossi alternati. Restano in piedi solo dodici pannelli.
Era orientato astronomicamente, come abbiamo scoperto nel 2009 e spieghiamo nel nostro libro
«Villa Adriana. Architettura Celeste. I segreti dei Solstizi».
Anche il piano superiore del Tempio di Apollo era diviso in venti parti, con
dieci finestre alternate a nicchie per statue, ma se ne vedono solo metà. Nel Cinquecento il grande artista e antiquario
Pirro Ligorio pensò che il numero dieci corrispondesse alle nove Muse più Apollo, e quindi lo chiamò "Tempio di Apolline e delle Muse", nome che adoperiamo ancor oggi.
Nell'ambiente che si apre sull'asse principale, monsigno
r Giuseppe Alessandro Furietti rinvenne nel 1736 il celebre Mosaico delle Colombe. È uno d
ei capolavori dell'arte musiva di tutti i tempi, oggi conservato nei Musei Capitolini di Roma.
Il Tempio di Apollo si apre sul portico rettangolare dell'Accademia con un ingresso monumentale, nel quale i sondaggi del professor Friedrich Rakob degli anni Novanta hanno rinvenuto resti di
mosaici policromi con triangoli, meandri e parallelepipedi prospettici che sono stati riadoperati nel Settecento per fare
ripiani per tavoli, che sono stati riscoperti da Marina De Franceschini nel Palazzo Taverna a Roma.