Il Teatro Greco è vicino all’ingresso di Villa Adriana ma poco è rimasto perché per secoli è stato una comoda cava di materiali da costruzione, e i tiburtini ne hanno approfittato. Gli scavi recenti dell’Università Pablo Olavide di Siviglia (Spagna) hanno messo in luce molte strutture che non si conoscevano.

Il Teatro era di forma ovale nella pianta di Francesco Contini del 1668, perché era ancora interrato e pieno d’acqua. Nel Settecento Giovan Battista Piranesi lo disegnò con maggiore precisione perché nel frattempo era stato scavato dal conte Giuseppe Fede, che all’inizio del secolo aveva acquistato gran parte dei terreni della Villa.

 Il conte Fede durante i suoi scavi trovò due bellissime erme raffiguranti la Tragedia e la Commedia, che vennero restaurate da Bartolomeo Cavaceppi, uno dei più abili restauratori dell’epoca. A quel tempo i restauri erano integrativi e ricostruivano tutte le parti mancanti, e per questo motivo le due sculture sono così perfette.
 L’Erma della Tragedia ha una bellissima corona con tralci di vite e grappoli d’uva. Quella della Commedia invece ha una elaborata pettinatura con i boccoli che ricadono sulle spalle. Si trovano oggi nei Musei Vaticani, nella Sala Rotonda del Museo Pio-Clementino.

Le Erme furono rinvenute vicino all’ingresso del Teatro Greco assieme ad alcune colonne di marmo portasanta che però sono scomparse. Il fronte scena del Teatro era sicuramente decorato da colonne e nicchie, ma tutti i marmi sono stati depredati. Resta solo la fondazione che è coperta da una volta a botte.

Non essendovi un banco roccioso su cui appoggiare i gradoni della cavea fu necessario costruire una sostruzione, cioè un criptoportico curvo che esiste ancora. Rimangono solo alcuni gradini delle scale della cavea, mentre i blocchi su cui sedevano gli spettatori sono scomparsi. Lo scavo ha messo in luce altri ambienti molto grandi che circondavano il teatro vero e proprio.

‼️ Due sculture meravigliose.