©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
16 – HOSPITALIA Descrizione
Gli ambienti erano tutti pavimentati in mosaico bianco e nero, tranne alcuni ambienti secondari che avevano l’opus spicatum.
Lo stile dei mosaici floreale arabescato, tipico del II secolo d.C., trova qui alcuni dei più famosi esempi.
La sala HS2 degli Hospitalia
Gli Hospitalia hanno un ampio corridoio centrale HS1 in fondo al quale si apre una grande sala HS2, che ha un basamento per una statua: probabilmente era un sacello dedicato al culto di qualche divinità.
Le nicchie che si vedono sul muro di fondo della sala HS2 sono costruite in opus incertum, e appartengono all’antica villa repubblicana poi incorporata nelle costruzioni imperiali.
Sui lati lunghi del corridoio centrale HS1 si aprivano dieci ambienti a forma di T, cinque su ogni lato HS 4-8 e HS 17-21.
La loro forma particolare è dovuta la presenza di tre alcove nelle quali trovavano posto dei letti: servivano quindi come cubicoli.
I loro pavimenti in mosaico bianco e nero hanno un campo centrale quadrato con decorazione più bella a motivi floreali arabescati. I tre rettangoli in corrispondenza delle alcove hanno disegni geometrici più semplici, visto che erano in parte nascosti dai letti.
Mosaico con tre alcove in un cubicolo degli Hospitalia
Negli ambienti HS15 e HS24 vi erano due latrine a più posti. Prima dell’ambiente HS22 una scala HS1a saliva al piano superiore dell’edificio, di cui nulla è rimasto.
La scala che si vede nell’ambiente HS25 portava invece ai piani superiori delle Biblioteche Greca e Latina.
Destinazione d'uso
I dieci cubicoli con le alcove per i letti e le latrine indicano che questo edificio era un dormitorio, mentre il vicino Triclinio Imperiale ne costituiva la zona di soggiorno.
I mosaici bianco neri, le latrine multiple e la posizione defilata indicano che l’edificio apparteneva ai quartieri secondari della Villa, destinati al personale di rango come pretoriani o liberti.
VEDI:
Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici,
1991, Hospitalia pp. 33-54 e 358-366. Hospitalia e Triclinio Imperiale insieme: pp. 374-376.