©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
19 – PALAZZO IMPERIALE Descrizione
L’edificio ha inglobato le strutture di un'antica villa repubblicana, che quasi un secolo fa è stata identificata da Lugli, studiando le tecniche costruttive dei muri, che come è noto differiscono secondo le epoche (Lugli 1927 e 1932).
I muri di epoca adrianea sono infatti costruiti in opus mixtum, che impiega cubilia di tufo alternati a corsi regolari di laterizi. Altri muri di questa parte della villa sono costruiti con tecniche più antiche come l’opus incertum, l’opus quasi reticulatum e l’opus reticulatum.
L'esedra PI7 dell'antica villa repubblicana
La datazione è confermata dalle caratteristiche dei mosaici: nel portico PI28 restano frammenti di mosaico a fondo bianco con inseriti i frammenti di marmi colorati, tipico dell’età repubblicana.
Nel museo didattico (chiuso da decenni) si conserva il mosaico dell’ambiente PI23 con reticolato prospettico policromo, tipico dell’età repubblicana.
Secondo lo studio di Lugli, l’antica villa repubblicana era preceduta da un giardino, situato su di un livello più basso, che corrisponde all'attuale Cortile delle Biblioteche ed aveva come basis villae il Criptoportico con Volta a Mosaico.
Si saliva alla villa con due scale gemelle provenienti dal Cortile delle Biblioteche e con una terza scala che arrivava nel corridoio PI55.
Sopra la basis villae fu costruito l'atrio di ingresso della villa vera e propria: in PI57 è stato trovato il suo antichissimo pavimento in cocciopesto decorato da tessere bianche; venne obliterato da Adriano che al suo posto costruì il portico PI56, pavimentato in opus sectile.
Dal portico PI56 si entra nell'ambiente PI48, che in origine era il tablinum della villa repubblicana; Adriano lo trasformò in una piccola Biblioteca.
Accanto ad esso, sul lato orientale fu aggiunto il cosiddetto il Triclinio dei Centauri PI46 con gli ambienti PI45 e PI47.
Uno dei mosaici scoperti dal cardinal Marefoschi
Durante gli scavi del cardinal Marefoschi del 1779 in questi tre ambienti furono scoperti numerosi quadretti figurati di finissimo mosaico policromo (vermiculatum).
Il più grande raffigura un centauro in lotta con belve, ed è conservato a Berlino nel Pergamon Museum. Gli altri sono nel Musei Vaticani, nel Gabinetto delle Maschere e nella Sala degli Animali; raffigurano paesaggi idillici, un leone che assale un toro, e maschere sceniche. (vedi De Franceschini 1991 pp. 121-125).
Più a sud si trova l’antico portico della villa repubblicana, PI28, che conserva il mosaico originale a fondo bianco con frammenti di marmi colorati.
Sul suo lato est si aprono gli ambienti PI30-36, che sono databili all'epoca repubblicana o augustea a seconda del tipo di pavimento e della tecnica costruttiva (opus incertum e quasi reticulatum).
In alcuni di essi vi sono mosaici bianco neri che sono stati ricoperti con pozzolana negli anni '80 in attesa di un restauro che non c'è mai stato.
Il lato meridionale del portico si apre verso l'esedra PI7, costruita in epoca adrianea; negli spazi di risulta all'interno dei suoi muri sono state ricavate due piccole latrine singole PI6 e PI8. Davanti all’esedra è il cortile scoperto PI3, pavimentato in opus spicatum.
Sul lato opposto si vede ancora il Ninfeo PI2, che aveva dei gradoni a semicerchio dai quali l'acqua scendeva con piccole cascate, per poi raccogliersi in una lunga vasca che conserva tracce di colore azzurro. È abbastanza simile al ninfeo a gradoni del Ninfeo Stadio.
Dal corridoio PI1 si poteva accedere al Peristilio Esterno e a Piazza d'Oro, mentre sul lato opposto verso est erano altri accessi al vicino Edificio con Pilastri Dorici.
Sul lato occidentale del Palazzo Imperiale si conservano altri ambienti, alcuni di epoca repubblicana come PI23 dove fu rinvenuto il mosaico policromo a rombi prospettici di cui si è detto.
Il Triclinio estivo PI25
PI25 invece è il cosiddetto Triclinio Estivo, di epoca adrianea; è una versione in piccolo del triclinio del Canopo, con una semicupola decorata da sette nicchie per statue, dalle quali sgorgavano getti d'acqua che si raccoglievano in un canale, come nel Canopo.
In basso ha un letto triclinare semicircolare in muratura (stibadio), circondato da vasche per l'acqua.
Sul lato opposto, di fronte a PI25 i recenti scavi dell'università spagnola Pablo Olavide di Siviglia hanno messo in luce nel 2020 un altro ambiente absidato che è stato interpretato come triclinio sospeso sull’acqua.
Destinazione d'uso
La presenza di preziosi mosaici policromi in vermiculatum, l'opus sectile e le latrine singole indicano che questo edificio faceva parte degli edifici nobili, frequentati dall'imperatore e dalla sua corte.
È stato costruito fra i primi, sfruttando e incorporando gli ambienti della preesistente villa repubblicana, che tradizionalmente viene attribuita alla gens dei Vibii Vari, e quindi all'imperatrice Vibia Sabina.
Vedi: Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici, 1991. Palazzo Imperiale pp. 103-133 e 405-416, 444-445.