©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
29 - CENTO CAMERELLE
Descrizione
Per realizzare la grande piazza del Pecile fu necessario costruire delle enormi sostruzioni, che in alcuni punti sono alte più di 15 metri.
Un primo tratto (a) si estende sotto i lati ovest e sud della piazza. In corrispondenza del torrione (b) le sostruzioni cambiano orientamento e proseguono per un lungo tratto (c) fino a raggiungere il Vestibolo (n. 49).
Sostengono un altro grande terrazzamento panoramico che va dall’Edificio con Tre Esedre al Vestibolo, dal quale la vista spazia sulla campagna circostante, e si vede l’ingresso principale della Villa, l’Anello Basolato (47).
Lungo le Cento Camerelle passa un’altra strada basolata più strettta (d) che termina a lato del Vestibolo, entrando in una galleria che immetteva nei percorsi sotterranei di servizio. Un muro la separava dall’Anello Basolato, quindi erano due percorsi diversi (n. 47).
Veduta aerea delle Cento Camerelle
Le Cento Camerelle sono costruite come le Sostruzioni del Pretorio (n. 39): avevano un muro di fondo verso il terrapieno ed una serie di muri disposti a pettine, ad angolo retto, che servivano come contrafforti.
Gli spazi alti e stretti fra un contrafforte e l’altro erano suddivisi in più piani da soppalchi in legno, che poggiavano su mensole di travertino ancora in sito. L’accesso a questi ambienti avveniva dall’esterno, con scale e ballatoi di legno, per non indebolire i muri dei contrafforti perforandoli con porte.
Gli ambienti erano intonacati e il muro di fondo verso il terrapieno è doppio, in modo da creare un’intercapedine che li proteggeva dall’umidità. I pavimenti erano in opus spicatum con mattoncini rettangolari; vi sono latrine multiple.
Le Cento Camerelle con la loro strada
Destinazione d’uso
Il nome si riferisce alle innumerevoli finestre degli ambienti ricavati nelle sostruzioni, che ospitavano le centinaia di schiavi, servitori e soldati della Villa. La destinazione servile è provata dalla modestia della decorazione, dalla presenza di latrine multiple e dalla strada basolata: portava ai percorsi sotterranei di servizio che raggiungevano le fornaci delle Grandi e Piccole Terme.
VEDI: Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici. Roma 1991, pp. 202-204 e 492-497.