©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
55 - ACCADEMIA
A trecento metri da Roccabruna, all'estremità meridionale della spianata, sorge uno dei complessi più suggestivi e meno conosciuti della Villa Adriana, l'Accademia.
La prima struttura che si incontra è quanto rimane del cosiddetto Belvedere o Padiglione d'ingresso di cui rimangono in piedi tre dei quattro pilastri originari, posti sopra un podio dotato di due scalette d'accesso che costituivano un filtro di sicurezza.
Il padiglione d'ingresso dell'Accademia detto Belvedere
I pilastri dovevano sostenere una copertura sulla quale i vari studiosi hanno opinioni contrastanti e qualcuno come Hansen ipotizza una cupola; vicino ad esso le piante di Contini e Piranesi riportano l'esistenza di una scala che saliva dal muro di contenimento e quindi dalla strada che lo costeggiava.
In questo Padiglione detto Belvedere furono rinvenute le splendide statue dei Centauri con le firme degli scultori Aristeas e Papias, oggi conservate nei Musei Capitolini di Roma.
Uno dei due Centauri rinvenuti nel Belvedere dell'Accademia
Dal Padiglione si entrava nel grande giardino interno dell'Accademia, circondato da un portico.
I suoi alti muri perimetrali ne fanno un giardino chiuso, segreto, probabilmente per ripararlo dai venti, dato che si trova sulla sommità della collina. Ma sul lato orientale del giardino vi era un doppio portico (simile a quello del Pecile), uno interno ed uno esterno, accessibile mediante un'ampia apertura e affacciato su di una terrazza artificiale con vista panoramica.
Sul lato settentrionale del portico interno sono invece conservati tre ambienti che sono stati trasformati in fienile, sormontato da una torretta-colombario; in uno di essi rimane parte dell'originario soffitto in stucco.
Gli ambienti trasformati in fienile
Sul lato orientale del portico è la struttura meglio conservata e più importante del complesso, il cosiddetto Tempio di Apollo. Si tratta di una vastissima sala circolare, di oltre 12 m. di diametro, della quale è rimasta in piedi solo la metà.
Il Tempio di Apollo
La parte inferiore era scandita da una serie di colonne in laterizio, sopra alle quali era un architrave. La parte superiore aveva finestre alternate a nicchie semicircolari; la maggior parte degli studiosi crede che fosse coperto da una cupola, ma non se ne vede alcun frammento sul terreno.
Sul lato orientale del Tempio di Apollo si apriva un'alcova rettangolare, all'interno della quale fu rinvenuto il celebre mosaico delle Colombe, oggi al Museo Capitolino. Le pareti erano interamente rivestite di marmi, e conservano incassature rettangolari nelle quali erano probabilmente sistemati dei rilievi.
Il Mosaico delle Colombe
A sud del Tempio di Apollo è una vasta sala absidata detta Zooteca, nelle cui pareti si vedono grandi incassature per le travi della copertura di un portico che circondava un giardino interno, al centro dell'abside si apriva una porta che immetteva in un piccolo ambiente che costituiva uno dei tanti accessi dissimulati della Villa.
Questa sala faceva parte di un percorso assiale nord-sud che partiva dalla Spianata dell'Accademia per terminare in un piccolo ambiente sull'estremità opposta del complesso.
Le piante di Contini, Piranesi, Winnefeld e Salza Prina Ricotti riportano una serie di strutture a sud del portico dell’Accademia, che oggi non sono più visibili perché sono state rase al suolo oppure incorporate in un Casale e nel Casino fatto costruire dai Bulgarini. Secondo Piranesi in quest'area dovevano esservi impianti termali.La Spianata dell'Accademia era arginata da muri di contenimento anche sul lato orientale. Tali muri, occultati dalla vegetazione, passavano obliquamente alle spalle del Canopo fino a raggiungere il Tempio di Apollo sotto alle quali si trasformavano in un criptoportico, accessibile da una area pianeggiante su di un livello più basso, posta fra l'Accademia e gli Inferi.
Le piante antiche (Contini e Piranesi) indicano la presenza di passaggi sotterranei anche sotto al portico centrale dell'Accademia.
VEDI: De Franceschini 1991, pp. 321-356 e 582-591; De Franceschini 2009 e 2012c; De Franceschini-Marras 2010e e 2010b, 2012