©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
56 - MIMIZIA
Descrizione
L’edificio si trova in proprietà privata, fra l’Accademia e l’Odeon. Una parte è stata trasformata in deposito per attrezzi agricoli, il resto è in precarie condizioni.
Può esser in parte ricostruito in base alle piante antiquarie di Contini (1668) e Piranesi (1781) (che lo chiamava Odeo).
Vi sono alcuni muri in opus mixtum con tracce di grappe, si vede il pavimento con impronte di lastre di marmo, lesene alle pareti alcune sottobasi per colonne, simile al portico centrale dell'Edificio con Tre Esedre. Una parte ancora in piedi ha un ambiente absidato con una serie di nicchie.
Sotto di esso è un criptoportico che serviva come podio (basis villae), collegato al Grande Trapezio con una galleria sotterranea.
Mimizia - Ambiente absidato con nicchie
Destinazione d’uso
Possiamo soltanto dire che l’edificio apparteneva ai quartieri nobili della Villa e doveva essere in relazione con il vicino Teatro.
Il nome fu creato da Pirro Ligorio nel Cinquecento, perché vi rinvenne alcuni bolli laterizi con la dicitura Oppi Prisci Mimita» ma nei suoi Codici non dà alcuna interpretazione sulla sua funzione.
Piranesi pensava che fosse il luogo dove si provavano gli spettacoli teatrali, con una piazza centrale forse coperta da tende.
Tutto da studiare e da scoprire. Bisognerebbe scavare, rilevare.
Bibliografia
Salza Prina Ricotti 2000, pp. 289-291.