©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
24 - CASERMA DEI VIGILI
Descrizione
Questo semplice edificio è collocato in posizione defilata a ridosso dell'Edificio con Pilastri Dorici e dell'Edificio con Peschiera.
Ha un grande cortile centrale CV1 fiancheggiato da ambienti su tre dei quattro lati, CV2-10; sono tutti pavimentati in opus spicatum con mattoncini di terracotta.
La Caserma dei Vigili vista da fuori
Nelle pareti degli altissimi ambienti sono inserite delle mensole in travertino che sorreggevano soppalchi in legno, in modo da suddividerli in tre piani.
L’accesso ai piani superiori avveniva con scale e ballatoi in legno situati all'esterno, ormai scomparsi.
A lato dell’ingresso principale si accede ad una costruzione quadrangolare CV11 che dava accesso ad un cortile scoperto CV12 sul quale si aprono vari ambienti fra i quali una latrina a più posti CV15, pavimentata in cocciopesto, preceduta da un piccolo ambiente CV13, destinato al custode, il latrinarius.
Interno della Caserma dei Vigili
Le aree scoperte, CV12 e CV18 avevano anch’esse pavimento in opus spicatum di mattoncini.
Destinazione d'uso
La Caserma dei Vigili deve il suo nome alla somiglianza con la Caserma dei Vigili di Ostia.
La modestia della decorazione con semplici pavimenti in opus spicatum e la posizione defilata e le latrine multiple indicano che apparteneva ai quartieri servili della Villa, destinati agli schiavi.
La struttura con ambienti soppalcati e l’accesso mediante ballatoi è analoga quella degli ambienti delle Cento Camerelle e delle Sostruzioni del Pretorio, anch’essi destinati agli schiavi.
Poteva servire come deposito di derrate alimentari, o come cucina al servizio del vicino al Triclinio estivo PI25 del Palazzo Imperiale.
VEDI: Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici. Roma 1991, pp. 70-174 e 437-440.
Salza Prina Ricotti E. "Cucine e quartieri servili in epoca romana" in Rendiconti della Pontificia Accademia, 51-52, 1978-80, pp. 237-294.