©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
1 – TEATRO GRECO
Descrizione
Entrando nella Villa e girando subito a sinistra in un viale fiancheggiato da cipressi, si costeggia la Valle di Tempe raggiungendo il Teatro Greco, che è stato scavato in anni recenti dall’Università Pablo Olavide di Siviglia con Rafael Hidalgo Prieto e Pilar Leon [vedi bibliografia].
Veduta del Teatro Greco
La maggior parte dei suoi marmi è stata asportata, a cominciare da quelli del fonte scena (scaenae frons), anche perché erano più vicini alle strade antiche e quindi facili da trasportare fino a Tivoli; probabilmente furono depredati per primi, per riutilizzarli in chiese e palazzi di Tivoli.
Alcuni gradini della cavea del Teatro Greco
Nella cavea sono rimasti solo alcuni gradini delle scale radiali, mentre i marmi delle gradinate dove sedevano gli spettatori sono scomparsi del tutto.
La cavea, costruita in opera cementizia, poggia su una sostruzione in muratura, sotto la quale si trova un criptoportico ancora ben conservato.
Teatro Greco. Criptoportico sotto la cavea.
Lo scavo ha messo in luce una serie di ambienti accessori, fra i quali anche una latrina, con muri in tufelli e opus mixtum e qualche resto di intonaco dipinto. I marmi del fronte scena sono stati completamente asportati.
Nel Settecento il conte Fede rinvenne in questo teatro due bellissimi busti raffiguranti la Tragedia e la Commedia, attualmente conservati nei Musei Vaticani.
Busto della Tragedia rinvenuto nel Teatro Greco
Destinazione d'uso
Data la vicinanza della Palestra, che probabilmente era dedicata al culto della dea egizia Iside, è possibile che il Teatro Greco servisse per sacre rappresentazioni in onore della dea. Spesso i santuari di Iside si trovavano nelle vicinanze di teatri, come avviene anche e Pompei.
1a – PIAZZA DEL TEATRO GRECO
Descrizione
Secondo le piante antiquarie, a partire da quella di Contini del 1668, a lato del Teatro Greco si trovava la Piazza del Teatro Greco [n. 1b], di forma rettangolare e circondata da un portico.
Secondo Eugenia Salza Prina Ricotti serviva addirittura come un “parcheggio” per le carrozze degli spettatori, ipotesi del tutto priva di fondamento.
In realtà quella piazza rettangolare non esiste; i recenti scavi dell’Università Pablo Olavide di Siviglia (Spagna) hanno individuato solo un corridoio con portico pavimentato in opus sectile, e nessuna altra traccia della piazza rettangolare.
Purtroppo su parte della sua area è stato costruito il parcheggio per i visitatori.
VEDI:
Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici,
1991, pp. 601-603.