©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
36 - PICCOLE TERME
Descrizione
È uno degli edifici più complessi e straordinari di Villa Adriana, con ambienti di varie forme e dimensioni coperti da volte o cupole delle fogge più diverse.
Vi si entrava dal lato meridionale Quadriportico con due ingressi laterali. Il primo, che portava direttamente all'interno dell'impianto termale era in PT14 con il corridoio PT13 dove resta un bell'affresco con fasce rosse. Da essi si entrava allo spogliatoio (apodyterium) PT17 vicino al quale era una latrina singola PT15.
Un affresco delle Piccole Terme
Il secondo ingresso dal Quadriportico immetteva nella Palestra PT2, circondata da un portico a pilastri. Su suo lato meridionale si vedono i fori per le travi del tetto del portico, che recentemente è stato scavato trovando tracce di un pavimento in opus sectile.
Si vedono anche i fori delle grappe e addirittura i pezzetti di marmo che servivano per fissare i chiodi.
Da portico della Palestra PT2 entrava nel Frigidarium PT3, pavimentato in opus sectile con lastre di porfido rosso: aveva due grandi vasche per l'acqua fredda PT4 e PT5, rivestite in marmo bianco.
I corridoi PT16 e PT7 conservano ancora alcune parti dei pavimenti in opus sectile, fra i più belli della Villa.
L'ambiente più spettacolare è la celebre Sala Ottagona PT19, uno dei capolavori dell'architettura adrianea; è stata studiata da alcuni dei più grandi architetti del Rinascimento e del Barocco. La Sala ha quattro lati diritti ed altri quattro convessi che si raccordano in alto a sostenere una grande cupola. Anche qui come nel Pantheon all'interno può essere inserita una sfera perfetta, perchè l'altezza e il diametro della cupola hanno la stessa msiura.
La Sala Ottagona
Dalla Sala Ottagona vi sono accessi verso tutti gli ambienti circostanti, con suggestivi scorci prospettici.
Innanzitutto la grande Sudatio circolare PT18, e poi una serie di ambienti riscaldati, come i tepidaria in PT20, 21 e 25.
Negli ambienti 24, 26 e 27 era il caldarium, con piccole vasche per l'acqua calda. Recenti scavi hanno individuato nell'ambiente PT28 le tracce di un boiler, cioè di una caldaia per riscaldare l'acqua, (detta anche samovar).
Infine nell'ambiente PT22 era una grande vasca per l'acqua calda.
L'impianto termale era servito da una serie di corridoi sotterranei dove erano le fornaci per riscaldamento dell'acqua, fra cui PT23. Essi comunicavano con la rete di criptoportici che parte dalle Cento Camerelle e serviva tutti gli impianti termali della Villa, Terme con Heliocaminus, Piccole Terme e Grandi Terme.
Destinazione d'uso
L'architettura complessa e spettacolare, la ricchezza della decorazione con pavimenti in porfido rosso, la presenza di rivestimenti marmorei alle pareti e di una latrina singola indicano che questo edificio apparteneva ai quartieri nobili e imperiali.
Questo era l'impianto termale privato dell'imperatore, che faceva parte integrante della Residenza Imperiale. Domina il rosso nei pavimenti e negli affreschi, e allude al porpora delle vesti imperiali.
Secondo una ridicola "leggenda metropolitana" le Piccole Terme erano riservate alle donne e le Grandi Terme agli uomini, perché l'imperatore Adriano aveva disposto la separazione dei sessi negli impianti termali a Roma.
In realtà, come dimostra la decorazione, gli utenti dei due edifici si differenziavano per rango e non per sesso, perché le Piccole Terme avevano pavimenti in opus sectile mentre nelle Grandi Terme vi erano semplici mosaici bianco, perché erano erano destinate al personale della Villa e agli schiavi.
Vedi n. 4 - La Residenza Imperiale di Villa Adriana nella sezione Scopri la Villa
VEDI: Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici. Roma 1991. pp. 244-253 e 526-531 con bibliografia antiquaria e precedente
Kennedy 1919; Mac Donald-Boyle 1980; Blanco 2009; Marzuoli 2009; Mollo 2009; Cipriani et al 2020.