©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
8 – PIAZZA D’ORO Descrizione
Piazza d'Oro era un vasto edificio con un grande giardino centrale circondato da un portico e da una serie di ambienti su tre lati.
L’accesso principale era a nord, col corridoio PO1 ed il Vestibolo ottagonale PO2 coperto da una volta a spicchi, tipica dell’architettura adrianea.
Il Vestibolo con la volta a spicchi
Dal Vestibolo si entra nel braccio settentrionale del grande quadriportico PO6, che circondava la vasta area centrale scoperta PO7 decorata da aiuole e lunghe vasche per l’acqua.
Lungo il lato nord, ai lati del Vestibolo PO2 si aprono due esedre: PO3 dove si conserva un bel mosaico policromo a riquadri e PO4.
Sotto di essi era un Criptoportico che serviva da sostruzione ed era collegato alla rete dei percorsi sotterranei.
Paralleli ai lati est e ovest del portico PO6 vi sono due corridoi esterni PO35 e PO8. I muri che li separano dal portico hanno un gran numero di nicchie rettangolari.
Il grande Triclinio PO42
Sul lato orientale di Piazza d’Oro vi è inoltre il grande triclinio PO42 davanti al quale era una vasca per l’acqua PO41 e poi una serie di ambienti che si affacciano verso la sottostante Valle di Tempe, dai quali è possibile osservare la via Carrabile [n. 8b] che va verso il Grande Trapezio.
Il lato sud di Piazza d’Oro ha una serie di ambienti mistilinei che fanno perno attorno alla grande sala quadrilobata PO20, la più importante e monumentale dell'edificio. Su di essa si apre la grande esedra PO23, che era il fondale scenografico del complesso. Aveva sette nicchie semicircolari e rettangolari alternate, poste su un podio e incorniciate da colonnine e piccoli frontoni di marmi preziosi.
Dalle nicchie sgorgavano getti d’acqua che si raccoglieva in una vasca più in basso, e poi defluiva verso le lunghe vasche del cortile centrale.
Ai quattro angoli della sala PO20 vi sono quattro fontane PO21, 22, 24 e 25, e nello spessore dei loro pilastri sono state ricavate delle piccole latrine singole.
A est e ovest della sala PO20 sono due gruppi di ambienti simmetrici, con sale alte e monumentali che si aprono su due cortili-cavedi centrali, PO17 e PO28.
Pavimento restaurato in opus sectile
Tutti gli ambienti erano pavimentati in opus sectile di marmi preziosi, di cui purtroppo rimangono solo le impronte. Sono in un angolo del portico PO6 è stato restaurato un tratto di pavimento in opus sectile. Le due esedre PO3 e PO4 avevano invece pavimento in mosaico con riquadri di diversi colori.
Sulle pareti di vedono le tracce delle grappe del rivestimento marmoreo che arrivava fino al soffitto.
Negli ambienti PO29 e PO31 da decenni sono depositati i frammenti di un magnifico fregio marmoreo con scene di caccia, sotto precarie tettoie. Sarebbe opportuno sistemarle nell'Antiquarium della Villa.
Fregio con scene di caccia
Infine all’angolo nord-est del portico, in corrispondenza dell'ambiente PO5 una scala scendeva al gruppo di ambienti PO45-55, che anni fa era accessibile al pubblico. In uno di essi era un bel pavimento in opus sectile con rombi di alabastro, che però è stato coperto e non si può più vedere.
Questi ambienti erano l’accesso a Piazza d’Oro per chi arrivava dalla Terrazza di Piazza d’Oro, su di un livello più basso di diversi metri, lungo il percorso proveniente dal Ninfeo Fede.
Il nome Piazza d’Oro allude ovviamente ai tesori che vi furono rinvenuti; Ligorio parla del rinvenimento di statue di Ninfe dell’Oceano, di una Venere Egizia e di Ipponoe.
Lo scavo settecentesco dei conti Centini (eredi del conte Fede, proprietario dell’area in quell’epoca) spogliò l’edificio dei suoi marmi; alcuni capitelli furono venduti ai Musei Vaticani e oggi decorano la Sala delle Muse (vedi De Franceschini Marmora).
L’edificio fu scavato a più riprese in epoca moderna. Nel 1883 Lanciani rinvenne una testa di Marco Aurelio; nel 1958 fu trovato un busto loricato di Caracalla: entrambi attestano la frequentazione della Villa anche in epoca successiva ad Adriano.
Aperti al pubblico solo il Vestibolo, il portico ed il Triclinio PO42. Gli ambienti a sud sono chiusi e così pure le esedre sul lato nord.
Destinazione d’uso
Piazza d’Oro era pavimentata in opus sectile, del quale è rimasto qualche frammento restaurato in situ; aveva le pareti interamente rivestite di marmi preziosi e latrine singole, quindi apparteneva ai quartieri nobili e imperiali della Villa.
In base ai rinvenimenti non è possibile identificare una destinazione d’uso precisa. Può venire in aiuto il confronto con un edificio che ha una pianta molto simile, la Stoà di Adriano in Atene.
Era una grande Biblioteca costruita dall'imperatore Adriano in quegli stessi anni, con una grande esedra centrale con nicchie per statue fiancheggiata da vasti ambienti.
Forse Piazza d'Oro poteva essere la grande Biblioteca della Villa, degna di un imperatore colto come Adriano. In particolare, le numerose nicchie visibili nei corridoi laterali PO8 e PO35 e potevano forse servire per alloggiare i papiri di una grande Biblioteca.
VEDI:
Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici,
1991, Piazza d'Oro, pp. 147-159 e 463-477.
Su Piazza d'Oro come possibile Biblioteca vedi pp. 469-478.