©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
14 – BIBLIOTECA GRECA
Descrizione
L'ingresso alla Biblioteca Greca ha due scale gemelle BG1 e BG2 che danno accesso ad una grande sala quadrangolare BG3 un tempo coperta da una volta a crociera.
Aveva tre nicchie rettangolari sui lati (BG3a-b-c) mentre la quarta nicchia BG3c si apriva anche sulla successiva sala BG9 in modo da avere una visuale prospettica.
Ingresso della Biblioteca Greca
Il corridoio BG7 costeggia il lato occidentale e da esso partono due scale: una scende al Teatro Marittimo, l’altra (chiusa al pubblico) saliva al piano superiore.
La grande sala BG9 aveva anch'essa tre nicchie rettangolari ed era coperta da una volta a crociera. Vi si accedeva in modo dissimulato tramite i corridoi BG8 e BG10.
DA BG10 si accedeva agli ambienti di forma irregolare BG11-12-13, raccordano l'orientamento della Biblioteca Greca con quello diverso del Cortile delle Biblioteche.
Nell’ambiente BG18 vi era un’altra scala di servizio (oggi si vede una scala moderna), che saliva invece ad un piano intermedio, visibile dall’esterno, dove era sistemato l’impianto di riscaldamento
Durante lo sterro del 1880-1881 fu rinvenuta una statua frammentaria di Dioniso, assieme a un tesoretto di oltre 2600 monete di cui non si sa nulla.
Accessibile al pubblico solo in parte.
Destinazione d’uso
La Biblioteca Greca era pavimentata in opus sectile, del quale è rimasto qualche frammento restaurato in situ, quindi apparteneva ai quartieri nobili e imperiali della Villa.
Nell'ambiente BG10 resta un mosaico policromo a tessere rettangolari.
Sui soffitti si vedono ancora parti di affreschi con tracce di colore. Molti muri hanno paramento moderno in laterizi di restauro; quelli originali hanno ancora i segni delle grappe del rivestimento marmoreo che le copriva interamente.
Pavimento in mosaico della Biblioteca Greca
Il nome Biblioteca Greca ovviamente è di fantasia ed stato coniato per distinguere questo edificio dalla vicina Biblioteca Latina. I due edifici vennero definiti Biblioteche nel Cinquecento da Pirro Ligorio per via delle nicchie rettangolari, che a suo avviso potevano contenere papiri e manoscritti; le chiamò in "Greca" e "Latina" per giustificare il fatto che erano due.
In realtà in alcune nicchie si aprono delle porte e comunque non vi sono tracce di scaffalature.
Secondo Filippo Coarelli potevano essere due Triclini estivi perché orientate a nord, ma manca lo spazio per lo stibadio, che invece è presente in tutti i Triclini identificati nella Villa.
Secondo Kähler, infine, le Biblioteche somigliano alle turres delle ville vitruviane e questa forse è l’idea più convincente.
Le due Biblioteche potevano essere due atri monumentali, una specie di Propileo decorato da statue, che costituivano l’accesso ai quartieri privati della Villa per chi provenisse da nord. Due edifici di rappresentanza, simboli della ricchezza e del lusso imperiale.
Dato che gli impianti di riscaldamento in edifici non termali esistono solo in pochissimi edifici della Villa, è probabile che la Biblioteca Greca sia stata la residenza invernale dall'imperatore prima della costruzione dell'Edificio con Criptoportico e Peschiera (n. 33) detto anche Palazzo d'Inverno, che analogamente aveva un impianto per il riscaldamento.
VEDI:
Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici,
1991, Biblioteca Greca pp. 78-82 e 380-385.