©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
28 - PECILE
Descrizione
È la più vasta piazza di villa Adriana, 230 × 96 m e con un doppio portico a nord, PC1-PC2, di cui rimane in piedi il muro centrale in opus mixum di tufo e laterizi; in alto si vedono 104 fori per le travi del tetto a due spioventi.
La parte sud occidentale del Pecile poggia su un poderoso sistema di sostruzioni artificiali alte 15 m, dette le Cento Camerelle (n. 29, vedi scheda relativa).
Il muro di spina del doppio portico del Pecile
Il doppio portico PC1-2 ed il portico interno PC3 che gira su tre lati avevano colonne che oggi sono scomparse. Secondo i testi antiquari furono asportate da Caracalla o da Costantino per riadoperarle altrove. Secondo altri studiosi vi erano invece pilastri in muratura, il che sembra più probabile, dato il loro grande numero.
Nulla rimane del pavimento, e le pareti non hanno segni di grappe, quindi dovevano essere intonacate e affrescate.
Il Pecile era un enorme giardino chiuso, con un grande bacino per l’acqua al centro PC4. Al centro del lato est si apre un grande ambiente PC5, nella cui abside è stato aggiunto un basamento, forse per statue. Da esso si poteva accedere sia al Teatro Marittimo che all’Edificio con Tre Esedre con passaggi di servizio laterali.
Dall’estremità est del doppio portico due scale salgono alla Sala dei Filosofi; dal lato sud si entra invece nell’Edificio con Tre Esedre e da lì si accede al complesso della Residenza Imperiale.
Il bacino d'acqua del Pecile
Destinazione d’uso
Le dimensioni e la collocazione centrale indicano che il Pecile apparteneva ai quartieri imperiali della Villa. Date le sue dimensioni era destinato ad accogliere un grande numero di visitatori o di ospiti. Qui doveva arrivare uno dei principali accessi della Villa, provenente dalla zona del Ninfeo Fede.
Era una grande area pubblica, dalla quale con passaggi obbligati e sorvegliati si poteva accedere agli altri quartieri privati della Villa.
Il doppio portico ancor oggi permette di passeggiare d’estate sul lato nord PC1 all’ombra e al fresco, e d’inverno sul lato meridionale PC2, più caldo e riparato, a seconda del lato che si sceglieva.
Il Pecile è uno dei siti dell’antichità greca elencati dall’Historia Augusta nel passo che parla degli edifici che Adriano volle in qualche modo ricordare nella sua Villa. La Stoà Pecile di Atene era famosa perché dipinta dai più grandi artisti dell’epoca, come Polignoto. Durante il Rinascimento gli studiosi antiquari identificarono il Pecile con questo grande portico di Villa Adriana, e da lì deriva il suo nome.
VEDI: Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici. Roma 1991, pp. 202-204 e 492-497.
Hulsen 1896; Coarelli 1997.