©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
Parte 3 - I pavimenti di Villa Adriana
Non esiste una pianta generale con l'indicazione dei vari tipi di pavimenti.
Lo studio dei pavimenti ha consentito a Marina De Franceschini di distinguere una gerarchia ben precisa che corrisponde a tre diverse destinazioni d’uso.
Al primo gruppo appartengono gli edifici di lusso in cui viveva l’imperatore: avevano preziosi pavimenti in opus sectile [FIG. 5] e mosaico policromo, che sono stati quasi completamente asportati.
Fig. 5 - Un pavimento in opus sectile
Al secondo gruppo appartenevano gli edifici secondari, destinati al personale di rango: avevano bei pavimenti in mosaico bianco-nero con decorazioni geometriche o floreali [FIG. 6].
Fig. 6 - Un pavimento in mosaico degli Hospitalia
Al terzo gruppo appartenevano infine gli edifici servili [in parte
sotterranei] dove vivevano e lavoravano gli schiavi: avevano pavimenti
rustici in opus spicatum, cocciopesto, laterizi.
Rari gli studi antiquari dedicati ai mosaici: Furietti [1752] e Moroni [1791] sul celebre Mosaico delle Colombe appena scoperto; Penna [1831-1836] illustra alcuni mosaici conservati nei palazzi e musei romani nel III e IV volume del suo Viaggio Pittorico; Gusman [1904] stia un primo catalogo; Nogara [1910] si occupa dei mosaici nei musei Vaticani, Reichardt [1933)] studia i pavimenti in opus sectile dell’Edificio con Tre Esedre.
Esistono tre soli studi generali, De Franceschini [1991] su tutti i pavimenti in tutti gli edifici accessibili; Guidobaldi [1994] limitato all'opus sectile e solo in alcuni edifici al quale va aggiunto il recente volume della Vincenti [2017] sui soli mosaici.
Poi vi sono articoli su singoli pavimenti, pubblicati da Betori e Mari [2005]; De Franceschini [2013, 2014a, 2014b, 2019a, 2020]; Mari Sgalambro [2012]; Slavazzi [2005, 2008]; Vincenti [2009, 2013].
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