©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
Parte 6 - Impianti idrici
Fontane, Ninfei, Latrine
L'acqua aveva un ruolo importantissimo nella lussuosa decorazione della Villa, con bacini, fontane e ninfei sparsi in ogni angolo, alimentati da un capillare sistema di canalizzazioni e di fistole che non è mai stato studiato in dettaglio.
Manca uno studio completo del sistema d'alimentazione idrica della Villa, che aveva un andamento costante delle pendenze da sud a nord: quindi l'acqua doveva provenire da sud, e rifornire per caduta bacini, terme e ninfei.
Gli impianti idricisono stati censiti da Marina De Franceschini [1991] nelle schede dei singoli edifici.
Da dove veniva l'acqua? si è chiesto Jørgen Hansen, che ha cercato ri dicosturire il sistema di approvvigionamento idrico della Villa. Non è facile rispondere a questa domanda.
Secondo Hansen sicuramente vi era un collegamento con uno degli acquedotti che da Tivoli portavano l’acqua dell’Aniene fino a Roma, l'Ano vetus o l'Anio novus, ma il percorso non è stato ancora ricostruito con certezza.
L'acquedotto scendeva dall’alto dalla zona di via di Pomata, attraversava le proprietà Rosati e Sonzogni e poi risaliva sul lato opposto verso l’area del Grande Trapezio, dove in proprietà Colleoni si vedono ancora i ruderi di un acquedotto[FIG. 11].
Fig. 11 - Resti di Acquedotto in proprietà Colleoni
Anche in questo caso vi sono solo studi parziali.
Punto di partenza è lo studio di Ehrlich [1989] che fa una primo censimento generale.
Neuerburg [1965] si occupa dei ninfei e delle fontane.
L’università di Lubecca con Fahlbush [2008] ha pubblicato uno studio sugli impianti idrici della Villa e altri si devono a Manderscheid [2000a, 2002 e 2010] che si è occupato in particolar modo del Canopo.
Vi sono diversi studi in corso: quelli di Jorgen Hansen [2004, 2016], le esplorazioni dell’Associazione Sotterranei di Roma – Gruppo ricerche Speleo-Archeologiche con Marco Placidi, Danilo Ceirani, Manfred Donix ed altri [Placidi 2008].
Più datati gli articoli di Aurigemma [1954. 1955, 1956], Salza Prina Ricotti [1989, 1998, 2000].
Jansen [2002 e 2003] ha studiato le latrine. Anch'esse seguivano una gerarchia, perchè negli edifici nobili erano singole e in quelli secondari o servili erano multiple a più posti.
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