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VILLA ADRIANA di MARINA DE FRANCESCHINI

6 – PROGETTO ACCADEMIA

   

©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia

1 - METODO E FASI OPERATIVE
PRIMA FASE: RACCOLTA DEI DATI PRECEDENTI

Il nostro Progetto pilota è a carattere globale e multidisciplinare, e prevede l’impiego della tecnologia informatica, per conoscere a fondo l’Accademia, effettuando una ricognizione ed un rilievo sistematico ambiente per ambiente.

Le moderne strumentazioni sono state impiegate a Villa Adriana in modo discontinuo. Noi abbiamo ricominciato da zero con un nuovo rilievo dei resti visibili effettuato con Total station e GPS e poi col Laser scanner (fig. 5) che crea delle ‘fotocopie’ tridimensionali delle strutture. 

Inoltre abbiamo sperimentato la Geofisica, con strumenti che consentono di ‘vedere’ sotto terra come il magnetometro, il geo-radar ed il geo-resistivimetro. 
Infine abbiamo pensato alla ricognizione aerea: Remote sensing e Lidar (Laser scanner aereo) che consentono di vedere sotto la vegetazione infestante.




Fig. 5 - Il Laser scanner è lo strumento ideale per rilevare 
strutture curvilinee complesse come questa della "Mimizia"

Il rilievo archeologico e archeometrico ha raccolto dati e informazioni aggiornate anche sulle tecniche costruttive, sui materiali impiegati e sui vari tipi di pavimenti e rivestimenti parietali, e coperture.
Abbiamo iniziato a studiare ed esplorare i percorsi sotterranei, i criptoportici e le vie d’accesso, per meglio comprendere il rapporto esistente fra l’Accademia, l’area circostante e gli altri edifici della Villa.

A Villa Adriana la diversa tipologia e qualità della decorazione permette di distinguere la gerarchia e la funzione degli edifici.

I materiali più preziosi venivano usati nei quartieri nobili (pavimentati in opus sectile) riservati all’Imperatore, i quartieri secondari per il personale di rango (con mosaici bianco-neri) ed infine i quartieri servili destinati agli schiavi, perlopiù sotterranei (con pavimenti in mosaico bianco o opus spicatum).

Tale gerarchia è stata riscontrata anche nell’Accademia, riconfermando la sua appartenenza al gruppo degli edifici imperiali.

PROGETTO ACCADEMIA FIG. 6.png

Fig. 6 - Il testo di Biondo Flavio
 che riscopre Villa Adriana nel 1450

Prima fase - Raccolta e catalogazione della bibliografia, dei documenti d’archivio e di altri documenti, incluse le antiche incisioni, i disegni e le fotografie d’epoca.

1 - Abbiamo raccolto i manoscritti ed i testi antiquari più importanti riguardanti Villa Adriana e l’Accademia. Ad esempio, i testi di Biondo Flavio, che riscoprì la Villa (fig. 6) e i Diari di Papa Pio II Piccolomini, che la rese famosa nel mondo intero. Abbiamo catalogato i codici manoscritti di Pirro Ligorio, le descrizioni di Francesco Contini e Giovan Battista Piranesi e tutte le più significative pubblicazioni dal Settecento ai giorni nostri.

2 - Abbiamo catalogato e digitalizzato le principali piante antiche e moderne, inclusi numerosi disegni e rilievi inediti. La più antica pianta si deve all’architetto rinascimentale Francesco di Giorgio Martini, che risale al 1463 circa, alla quale seguono le piante e gli schizzi cinquecenteschi di Andrea Palladio e Pirro Ligorio.

Poi vi sono le piante generali di Francesco Contini, pubblicata nel 1668 (fig. 7) e di Giovan Battista Piranesi, pubblicata postuma dal figlio Francesco nel 1781 (fig. 8), tuttora di fondamentale importanza e punto di partenza obbligato per qualsiasi studio.


PROGETTO ACCADEMIA FIG. 7.png

Fig. 7 - Francesco Contini 1668, pianta dell’Accademia 
con l’indicazione di alcun tunnel sotterranei

Altre piante vennero disegnate nel Settecento dagli architetti francesi pensionnaires dell’Accademia di Francia a Roma, ad esempio Charles-Louis Clérisseau e Pierre-Adrien Paris, oppure dall’architetto danese Caspar Frederik Harsdorff.

Le piante dell’Ottocento e Novecento derivano tutte da quella di Piranesi, ad esclusione del rilievo di Heinz Kähler, eseguito ex-novo e pubblicato nel 1950 e del rilevo del solo Belvedere di Eric Hansen, che risale al 1960. La pianta della Salza Prina Ricotti del 1982 rielabora in gran parte dati provenienti dalle piante antiquarie.