©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
Parte 4 - Edifici per l'imperatore, per la corte e per gli schiavi
Dopo tanti secoli di scavi di rapina, cacce al tesoro, e di metodica spoliazione delle sue rovine, molto poco è rimasto della lussuosa decorazione di Villa Adriana.
Il visitatore di oggi non si rende conto che la Villa era quasi interamente pavimentata con magnifici pavimenti in marmo e le pareti erano completamente rivestite da pannelli di marmo che arrivavano fino al soffitto.
Nel corso dei secoli, tutti i marmi vennero sistematicamente asportati e spesso bruciati per farne calce: per questo ne sopravvivono pochissimi frammenti.
Studiando le decorazioni, e in particolare i pavimenti e la loro distribuzione, Marina De Franceschini ha identificato negli edifici di Villa Adriana tre gruppi o livelli gerarchici:
1 - i quartieri nobili riservati all’imperatore e alla sua corte;
2 - i quartieri secondari riservati al personale di rango;
3 - i quartieri servili riservati agli schiavi
Vedi in questo sito la sezione INTERPRETAZIONE DI VILLA ADRIANA, e per una più ampia discussione sulle gerarchie decorative il libro di Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici pavimenti, edifici; Roma 1991, Conclusioni, pp. 619-630).
1 - Quartieri nobili
sono edifici grandi e complessi, con pavimenti in marmo (opus sectile)[FIG. 6] e rivestimento marmoreo alle pareti (di cui si sono conservati pochissimi esempi). Sono riservati all’imperatore, come indica la presenza il porfido rosso, la pietra imperiale per eccellenza, che alludeva al in questi imponenti edifici assieme ai marmi preziosi si sono rinvenuti splendidi pannelli in mosaico minuto detti vermiculata (con tessere di 1-2 mm.).
Fig. 6 - Pavimento in opus sectile
2 - Quartieri secondari
edifici semplici, con pavimenti in mosaico bianco e nero e affresco policromo sulle pareti. I mosaici hanno piacevoli disegni vegetali come quelli degli Hospitalia [FIG. 7], o semplici disegni geometrici. Si tratta di edifici secondari che avevano una collocazione defilata e dimensioni più contenute, destinati al personale di rango, come pretoriani o liberti.
Fig. 7 - Pavimento in mosaico negli Hospitalia
3 - Quartieri servili e rete di percorsi sotterranei
ambienti ricavati all’interno di sostruzioni o in parte sotterranei, con pavimenti rustici in cocciopesto o opus spicatum [FIG. 8], come si può vedere nella Caserma dei Vigili o nelle Cento Camerelle.
Erano destinati agli schiavi e comunicavano con una vasta rete di percorsi sotterranei (non aperti al pubblico), con le ampie gallerie carrabili del Grande Trapezio e corridoi pedonali che collegavano fra loro i vari edifici come una vera e propria metropolitana ante litteram. Il sistema è analogo a quello delle odierne navi da crociera, nelle quali accanto ai percorsi riservati agli ospiti ne esistono altri paralleli e nascosti per il personale di servizio.
Fig. 8 - Pavimento in Opus spicatum nelle Grandi Terme
Non va sottovalutata la logistica necessaria a gestire un sito di tale vastità, complessità e importanza.
La sicurezza era una priorità nella Villa: vi era un numero limitato di vie d’accesso, costantemente e severamente sorvegliate.
Al suo interno, una serie di percorsi e punti di accesso obbligati e spesso dissimulati sorvegliavano i collegamenti fra i diversi terrazzamenti, livelli ed edifici.
Camminando intorno alle sue rovine, è evidente che Villa Adriana fu costruita come una fortezza, con alte ‘mura’: ad esempio le Cento Camerelle, i muri di contenimento vicino alla Palestra e alla Valle di Tempe [FIG. 9], o ancora il lungo muro di contenimento sul versante occidentale della Spianata dell’Accademia, che va da Roccabruna all’Accademia.
(Eppure qualcuno ha scritto che la Villa non aveva bisogno di difese perché nessuno avrebbe osato attentare alla vita dell’imperatore...).
Studiando questi punti d’accesso è possibile identificare una parte pubblica della Villa - completamente separata dalla sua parte privata.
Fig. 9 - Muri di contenimento presso la Palestra
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