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VILLA ADRIANA di MARINA DE FRANCESCHINI

LE GUERRE ROMANE IN GERMANIA: DA CESARE A GERMANICO

La conquista romana della Gallia ad opera di Giulio Cesare lo mise in contatto con le tribù germaniche che vivevano sul Reno. A partire dal 55 a.C. ebbe a che fare con gli Uispeti ed i Tecteri, che volevano insediarsi in Gallia assieme ai Sigambri. Per scoraggiare qualsiasi velleità, dopo aver blandito e ingannato i loro capi Cesare decise di passare il Reno per dar loro una lezione definitiva particolarmente feroce, e secondo Catone ne uccise ben 400.000.

Il massacro naturalmente non fu dimenticato, e nel 17 o 16 a.C. quelle stesse tribù si vendicarono trucidando alcuni centurioni che avevano passato il Reno probabilmente per esigere tributi da popolazioni già ridotte in miseria e schiavitù. Consapevoli dell'inevitabile reazione romana, Tencteti, Uispeti e Sigambri giocarono d'anticipo, oltrepassando il Reno e devastando parte della Gallia.

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Il governatore romano dell'epoca era Marco Lollio Paolino, che Velleio Patercolo definisce «un uomo che nascondeva grandi vizi sotto belle apparenze, e più vago appariva di ammassar danaro, che di ben operare».

Inviò contro i barbari la V Legio Alaudae, la prima legione di soldati provinciali istituita da Cesare, che ne apprezzava la grande capacità come cavalieri ed arcieri. La cavalleria romana fu però messa in fuga; seguì un durissimo combattimento fra le tribù germaniche ed i legionari che vennero sopraffatti e persero l'Aquila della Legione.

Fu una sconfitta inaspettata, la "Clades Lolliana" che gli scrittori antichi paragonarono alla successiva disfatta di Teutoburgo del 9 d.C., ma fornì ai romani il casus belli per invadere e conquistare l'intera regione per creare la provincia della Germania Magna, espandendo il dominio romano oltre Reno per arrivare fino all'Elba.
A tale scopo nell'8 a.C. Augusto inviò in Germania Tiberio e suo fratello Druso, che erano i migliori generali dell'epoca e si erano distinti sia in campagne di conquista in Rezia e Pannonia e Dalmazia, sia nella feroce repressione delle rivolte dell'Illirico e della Giudea.

Sappiamo che Druso progettò e fece costruire la Fossa Drusi, un canale navigabile che collegava il Reno con il Mare del Nord, il cui tracciato preciso non è noto ed è ancora oggetto di discussione fra gli studiosi. Permetteva alla flotta romana di navigare in modo più sicuro per minacciare gli insediamenti costieri delle tribù germaniche. 
Svetonio scrive: «[Druso] ebbe un comando in Rezia e poi in Germania, dove navigò come primo generale romano sopra l'Oceano settentrionale, costruendo un canale artificiale che lo collegasse con il fiume Reno, in un'impresa colossale. Tale canale ancora oggi porta il suo nome».

Tiberio si trovò ad operare in un territorio selvaggio e coperto di foreste impenetrabili, e comprese che il Reno era un fiume molto difficile e pericoloso da attraversare. Saggiamente preferì fortificare la frontiera, limitandosi a scoraggiare gli attacchi delle tribù germaniche, che finsero di sottomettersi ai Romani, in attesa del momento opportuno per ribellarsi.

Nel 9 a.C. le cose cambiarono drasticamente, perché Druso cadde da cavallo riportando una brutta ferita al femore, a causa della quale morì tre mesi dopo. Il fratello Tiberio scortò la sua salma fino a Roma, dove Augusto gli tributò onori solenni e lo fece seppellire nel suo Mausoleo.

La storia continuerà dopo il 4 d.C. quando Tiberio verrà adottato da Augusto come suo successore.


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