Il Grande Trapezio è una delle strutture più straordinarie e meno conosciute di Villa Adriana, ma non è mai stato aperto al pubblico. Sono quattro immense gallerie lunghe 350, 300, 125 e 100 metri, alte e larghe quasi 6 metri.
Sono state scavate a mano nel banco roccioso di tufo che si trova a sud dell’Accademia, procurando materiale da costruzione per la Villa. Sulle pareti si vedono ancora milioni di segni delle picconate degli schiavi che li scavarono.
Nel Cinquecento il Grande Trapezio è stato identificato con gli «Inferi» di Villa Adriana di cui parlava l’Historia Augusta.
Nell’Ottocento, Giuseppe de’ Bardi lo descrive così: «pieno di bocche infernali, che ad altrui piacimento gittavano fuoco». Lì naturalmente «viveva Cerbero, che a suo talento faceva rimbombar l’Inferno».
Ogni dieci metri circa nella volta delle gallerie si aprivano grandi oculi circolari di due metri di diametro, che le illuminavano.
Gli oculi sono 79, e seguendoli all’esterno è stato possibile ricostruire il percorso delle gallerie, anche senza scendere al loro interno.
Una delle gallerie del Grande Trapezio con l'oculo di iluminazione nella volta
Il Grande Trapezio era una vera e propria ‘metropolitana’ sotterranea, che serviva a nascondere alla vista e all’udito l’incessante traffico dei carri che portavano gli approvvigionamenti alla Villa, dove viveva una Corte molto numerosa. Portavano cibo, vino, olio per le lucerne, suppellettili varie e anche il legname che serviva per il riscaldamento degli impianti termali.
Nelle quattro gallerie del Grande Trapezio potevano transitare due carri nei due sensi di marcia. Poi vi erano altre gallerie più strette, dove passava solo un carro alla volta, che erano collegate ad una fitta rete di corridoi sotterranei pedonali, destinati agli schiavi, che raggiungevano i vari edifici della Villa.
Era un sistema analogo a quello delle moderne navi da crociera, dove accanto ai quartieri lussuosi destinati ai passeggeri esiste una rete di percorsi di servizio nascosti e paralleli.