©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
43 - INFERI Descrizione
Gli Inferi sono formati da una valle lunga e stretta che termina a sud con una grotta centrale, in parte artificiale: il tutto è ricavato nello spessore del banco di tufo, le cui pareti si innalzano progressivamente a mano a mano che si procede verso la grotta.
La valle è larga circa 18 metri, ma la sua lunghezza non è mai stata accertata da uno scavo, e varia da 135 a 200 metri. L'edificio è al di fuori del percorso di visita.
La grotta vera e propria in fondo alla valle ha due nicchie concentriche: quella più interna è interamente scavata nel banco di tufo, ed ha al centro la fenditura dello speco E, che era una fontana.
La grotta degli Inferi con le due nicchie concentriche
La nicchia più esterna incorniciava la prima: metà è scavata nel banco di tufo, il resto è in muratura, con una volta a botte sormontata da una piattabanda in laterizi.
All’interno della grotta le porte C e D danno accesso alle due gallerie sotterranee semicircolari scavate nel tufo, che sbucavano con altre due porte A e B nelle pareti rocciose della valle, una ventina di metri prima della grotta.
Una delle gallerie sotterranee degli Inferi rivestita con finte rocce
Le gallerie semicircolari e la grotta erano interamente rivestite da uno speciale bugnato di cocciopesto che imitava la roccia delle caverne naturali.
A metà della galleria semicircolare est ha inizio un altro corridoio sotterraneo di servizio G che raggiunge il corridoio H e poi arriva fino al Grande Trapezio.
In alto a sinistra sopra la grotta è la cisterna rettangolare F con rivestimento impermeabile in cocciopesto, che alimentava la fontana dello speco E.
Al centro della valle doveva essere un lungo bacino d'acqua probabilmente rivestito in marmo bianco, disegnato da Piranesi.
Destinazione d'uso
Secondo Ligorio questo era l'ingresso agli Inferi di Villa Adriana di cui parla l'Historia Augusta, perché vi rinvenne di una statua di Ercole col cane Cerbero (perduta).
Secondo Neuerburg la Valle degli Inferi in origine era una cava di tufo dalla quale si estrasse materiale da costruzione per la Villa.
Fu trasformata da Adriano in un Ninfeo che simulava una grotta, la cui fontana in E era alimentata dalla cisterna F.
Secondo la Salza Prina Ricotti le gallerie sotterranee servivano a raggiungere la Grotta che era piena d'acqua, ipotesi improbabile.
A nostro avviso le Gallerie sotterranee semicircolari, costruite ad arte per imitare caverne rocciose, potevano forse servire per processionei rituali sotterranee legata ai miti dell’Aldilà, come quelle dei Misteri Eleusini o le Tesmoforie di cui parlano gli altri studiosi.
Una processione che compiva un percorso circolare poteva essere una rappresentazione simbolica del Tempo, che nel mondo antico era appunto circolare e ciclico, e non in continuo divenire com’è oggi.
Per approfondire si veda l'articolo dell'Autrice pubblicato su Archeologia Sotterranea nel 2017.
VEDI: De Franceschini M. Tivoli - Gli Inferi di Villa Adriana (etiam inferos finxit). in Archeologia Sotterranea n. 14 ottobre 2017, pp. 19-35, con ampia bibliografia precedente e discussione.
LAVAGNE 1988; SALZA 2000; DE FRANCESCHINI 2006