©MarinaDeFranceschini - Progetto Accademia
51 - CANOPO
Descrizione
Il Canopo è il più celebre e fotografato edificio di Villa Adriana. Ha un lunghissimo bacino d’acqua, detto Euripo ed in fondo è il cosiddetto Serapeo, che in realtà era uno spettacolare Triclinio estivo.
La sala principale è la CA2 di forma semicircolare coperta da una volta a cupola con spicchi, alternativamente concavi e piani, un tempo rivestita di mosaico.
Al centro della sala è il letto triclinare a semicerchio (stibadio) sul quale trovavano posto i commensali, allietati dall’acqua che scorreva tutto intorno.
L’acqua proveniva dal cosiddetto Antro Ca1, un lungo ambiente che si addentra nella collina, situato su di un livello più alto. L’acqua si raccoglieva in un bacino sotto una specie di ponticello, tracimava e si riversava nei canali rivestiti in marmo bianco interni ed esterni allo stibadio. Si accedeva al ponticello con la scala dell’ambiente Ca13.
Il cosiddetto Antro del Canopo
preceduto dallo Stibadio per i commensali
Le nicchie semicircolari Ca4, 6, 8 e 10 ospitavano delle statue. Quelle rettangolari Ca3, 5, 7 e 9 hanno all’interno una scala da cui scendeva una cascata d’acqua. L’acqua dei canali e quella delle fontane finiva in una vasca semicircolare centrale, da cui defluiva nel bacino rettangolare Ca31 e poi nell’Euripo.
Davanti al Triclinio vero e proprio era un lungo corridoio Ca21 che collegava corridoi secondari Ca22 e 23 ad est, e Ca24 e 25 ad ovest. Essi giravano intorno a due gruppi di ambienti simmetrici, che terminavano con un’esedra absidata Ca27 o Ca36.
Nella parte interna dell’edificio, che si addentra nella collina vi sono ad est alcuni vasti ambienti Ca12-17, fra i quali la latrina singola Ca14.
Sul lato ovest, invece, è il grande Criptoportico Ca11, illuminato da aperture quadrangolari nella volta a botte, e un tempo affrescato. Gli affreschi sono stati staccati negli anni ’60, lasciati in un deposito delle Grandi Terme per decenni e per poi trasferirli altrove.
Per salire al piano superiore, cioè alla parte alta della Villa e al Ninfeo sopra al Canopo, vi erano due scale.
La prima Ca37 porta ad un lungo corridoio pavimentato in mosaico policromo; la seconda Ca18 sale sul lato opposto ed entrambe conducevano al Ninfeo sopra al Canopo (n. 52) e alla sua spianata.
Il Canopo era pavimentato prevalentemente in opus sectile, le vasche, le fontane ed i canali per l’acqua erano rivestiti in marmo bianco. Le pareti erano rivestite di marmi e la cupola aveva tracce di mosaico colorato.
L'acquedotto del Canopo che passa sopra gli archi
Salendo la scala Ca18 si arriva alle spalle dell’edificio, dove si vedono gli archi sui quali passava l’acquedotto che alimentava i giochi d’acqua del Triclinio.
L’acqua proveniva da una grande vasca ricavato nel banco roccioso a sud dell’edificio, che un tempo era visibile.
L’Euripo era invece fiancheggiato da pergolati sostenuti da colonnine. Sul suo lato settentrionale sono state rinvenute due statue di Amazzoni, di Marte e un Doriforo, nonché un Coccodrillo e i due fiumi Tevere e Nilo.
Nel bacino era sistemato anche un gruppo di Scilla su un basamento nel bacino d’acqua.
Lungo il lato ovest dell’Euripo lo scavo Aurigemma ha rinvenuto quattro statue di Cariatidi, copie di quelle dell’Eretteo di Atene e due statue di Sileni Canefori
Le sculture si trovano nell’Antiquarium e sono state sostituite da copie.
Una delle Cariatidi nell'Antiquarium
Destinazione d’uso
L’architettura spettacolare, i giochi d’acqua, la ricca decorazione in marmo, i mosaici policromi e la latrina singola indicano che questo edificio faceva parte dei quartieri nobili frequentati dall’imperatore.
Sicuramente era un Triclinio destinato ad ospitare sontuosi banchetti ufficiali. I commensali si sdraiavano sullo stibadio, e al centro del semicerchio vi era posto per l’orchestra o gli attori e danzatori che intrattenevano gli ospiti.
L’imperatore invece stava all’interno del cosiddetto Antro CA1, sospeso in alto sul piccolo ponte, circondato dall’acqua. Era in una posizione elevata e e sicura, corrispondente a quella di un Palco reale in un teatro, dove si aveva la migliore visuale e la migliore acustica.
Il Canopo è forse l’unico fra gli edifici di Villa Adriana identificabile con quelli antichi citati dall’Historia Augusta: infatti si ispira al celebre canale di Canopo presso Alessandria d’Egitto dove si svolgevano grandiosi banchetti.
L’ipotesi è confermata dal rinvenimento di numerose statue di soggetto egizio scoperte nel Settecento durante gli scavi dei Gesuiti, che erano proprietari del Canopo, attualmente conservate nei Musei Vaticani.
Vedi: Marina De Franceschini, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici. Roma 1991, pp. 297-314 e 563-576 con bibliografia precedente
Aurigemma 1954, 1955 e 1956; Tiberi 1939; Hannestad 1983; Jashemski 1992; Fahlbusch 2008; Placidi 2008; Betori 2006; Pensabene 2011.